- R.S.P.P. (Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione per datori di lavoro) - 16 ore, 2 giornate
- R.L.S. (Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza) - 32 ore, 4 giornate
- Primo soccorso e Antincendio
Ai sensi della Legge n. 124 del 4 Agosto 2017, art. 1 dal Comma 125 al 127 si comunica che l'Associazione ha percepito i seguenti contributi nel corso dell'anno 2018:
Regione Sardegna - LR.31/78 euro 12.724,62
ERSU REGIONALI
Affiliato CSS
A tutti i colleghi
A nome mio e di tutto
il Direttivo voglio ringraziarvi per il successo ottenuto dalla nostra
Organizzazione in occasione delle elezioni delle RSU dello scorso mese di
novembre 2015.
Presentandoci come
nuovo soggetto, pur nella scarsita’ dei mezzi a nostra disposizione, abbiamo avuto circa 343 voti, numero
sufficiente al raggiungimento dell’obiettivo che ci eravamo prefissati che era
quello di avere la rappresentatività a livello regionale e conseguentemente
prendere parte alle trattative con il CORAN per affrontare, in primis il
rinnovo contrattuale ormai da troppo tempo fermo e tutte le vertenze aperte
nelle varie Direzioni Generali,
Inoltre metteremo 4
rappresentanti nella RSU della Regione, 1
del Corpo Forestale, 1di Laore e 1 dell’Ersu di Cagliari.
Seguiranno nuovi
aggiornamenti e ringraziandovi ancora, vi invio i più cordiali saluti.
IL SEGRETARIO GENERALE
Alvando Melis.
MARCIA
DELLA PACE - Carbonia 30 Dicembre 2015
LA CSS ADERISCE ALLA MARCIA E PARTECIPERA' CON I
PROPRI ISCRITTI
A cento anni dalla Prima Guerra Mondiale, a
settant’anni dalla Seconda, siamo nuovamente dinanzi ad una Terza Guerra
Mondiale subdola e amara.
Una guerra mondiale non dichiarata, con centinaia
di migliaia di morti, di feriti, con milioni di profughi, con distruzioni e
devastazioni, con fame, malattie, miseria.
Ascoltiamo l’amara constatazione di Papa Francesco
che tenta di denunciare al mondo, nelle più grandi e autorevoli sedi, dalla
Comunità Europea all’Onu, in Occidente come in Oriente, il cieco scivolare in
una strada di morte dell’umanità tutta.
Ormai non si possono contare le nazioni in guerra
con altre nazioni, le regioni devastate da lotte fratricide.
È per questo che il Comitato Promotore della XXIX
Marcia della Pace, promossa dalla Diocesi di Ales-Terralba, e dai tre uffici
regionali: Caritas, Pastorale del Lavoro e Pastorale Giovanile, aderisce
all’appello di Papa Francesco per la 49^ Giornata Mondiale della Pace del 1°
gennaio: Vinci l’indifferenza e conquista la Pace.
Per questo chiediamo a tutti gli uomini di buona
volontà di esprimere l’anelito di pace della nostra società sarda, di condividere
lo spirito di questa Marcia e di partecipare.
Per questa nostra Sardegna, pur consapevoli che
l’indifferenza frutto dell’individualismo esasperato sta portando ad un mondo
di disuguaglianze atroci, chiediamo di focalizzare la vostra attenzione e la vostra
coscientizzazione alla drammatica realtà della povertà per tanti sardi, al non
lavoro di tanti uomini e donne, alla nostra terra devastata dalla
desertificazione, dall’inquinamento, dalle servitù militari, dalle iniziative
di sfruttamento di gente venuta da fuori.
La Marcia della Pace sarà a Carbonia il 30 dicembre
alle ore 15.
Con noi, ci sarà Mons. GianCarlo Maria Bregantini, attualmente
Arcivescovo di Campobasso e già Vescovo di Locri: nella Locride ha testimoniato
con profezia e parresia, dando speranza ai giovani, coraggio alle popolazioni,
pagando di persona.
L’indifferenza per le piaghe della nostra Sardegna
ci sta facendo precipitare in una situazione senza ritorno; sta devastando la
nostra gente, il nostro territorio.
Ci conforta l’adesione di tante rappresentanze del
Popolo Sardo: La Chiesa, il Mondo del Lavoro con le Confederazioni Sindacali,
le Categorie, il Mondo del Volontariato con il Centro Servizi Sardegna
Solidale, le Acli, l’Arci e, soprattutto, la Tavola delle Povertà con le
Associazioni aderenti.
Vinciamo l’indifferenza e conquistiamo la Pace!
Partecipiamo.
COMUNICATO STAMPA
Caro
Sig. Questore di Cagliari, e se dovessimo noi sardi dare a lei il foglio di via
come indesiderato nella nostra terra?
Un
tempo nelle prerogative della RAS era previsto che il Presidente della Giunta
Regionale della Sardegna esprimesseil
gradimento sulle alte cariche e sui Manager delle Aziende di Stato, inviate
nell’Isola. Ricordo che il compianto Presidente Mario Melis non esitò a negare
l’assenso alla nomina del Presidente dell’Enel in Sardegna bloccandola.
Se
il Presidente Francesco Pigliaru interpretasse correttamente il grido dei sardi
contro le servitù militari e lo stupro delle esercitazioni Nato Trident
Juncture, dovrebbe uscire pubblicamente dichiarando il non gradimento di tutte
quelle autorità che hanno permesso questo disastro nella nostra Sardegna.
Sul
comportamento del Questore di Cagliari, che ha ordinato l’aperta repressione di
una manifestazione pacifica e popolare davanti al perimetro della base di
Teulada dove si svolgevano le esercitazioni di guerra non autorizzate e
illegali per lo spirito e la lettera della Costituzione Italiana, non solo non
si deve tacere, ma il Presidente della Giunta della Sardegna dovrebbe chiedere
il trasferimento dello stesso Questore che ha offeso la dignità del popolo
sardo.
Cagliari, 4 novembre 2015
Il Segretario Generale della CSS - Dr Giacomo Meloni
IL PUNTO DI VISTA DELLA CSS SULLA RIFORMA DEGLI ENTI
LOCALI - D.L.176
Questo
martedì 1 dicembre 2015 si riuniranno tutti i Sindaci della Sardegna per
rinnovare la richiesta della sospensione del processo legislativo del D.L.176
della Giunta Regionale, così’ come licenziato dalla I° Commissione del
Consiglio Regionale e l’apertura immediata di un tavolo di confronto con la
Giunta e lo stesso Consiglio.
La
Confederazione Sindacale Sarda-CSS fa propria questa accorata ed unanime
richiesta dei sindaci perché “nel rispetto del principio di leale
collaborazione fra enti, siano individuati enti e livelliamministrativi che garantiscano pari diritti,
medesime opportunità ed uguale riconoscimento (costituzionale e di
rappresentanza politica) a tutti i territori e a tutti i cittadini della
Sardegna”.
La
Riforma, così come l’abbiamo potuta leggere nel testo licenziato dalla I° Commissione,
non assicura questa parità di diritti ed è un fatto gravissimo che la stessa
arrivi in aula alla discussione ed eventuale approvazione del Consiglio
Regionale senza che si sia aperto un grande dibattito pubblico e coinvolgimento
generale di tutti i protagonisti sociali a partire dai sindaci e dai Consigli
comunali, rappresentanti delle nostre comunità, primi soggetti di democrazia
partecipata.
La
Riforma deve porre al centro i cittadini e la Sardegna, deve fondarsi sulle
comunità dei nostri paesi e delle nostre città senza alcuna discriminazione e
sottovalutazione del loro peso politico e rilevanza costituzionale.
Le
Unioni di Comuni devono sfuggire alla logica predeterminata in base ad ipotesi
di regioni storiche e di lobbies di aggregazione con super provincie
tirreniche, mediterranee o di città-territoriali allargate di tipo
metropolitano che sono alchimie politiche e non razionali definizioni
riformatrici secondo lo spirito dei risultati referendari e le innovative
tendenze istituzionali che si possono sperimentare con il Federalismo dei
Comuni. Le Unioni di Comuni, senza una visione alta di Federalismo
Istituzionale, restano al massimo una “modalità di esercizio” di alcune
funzioni e l’erogazione di alcuni servizi, solo quando ciò risulti più
vantaggioso economicamente e più efficace ed efficiente. Ma l’Unione dei Comuni
non possono sostituire i livelli istituzionali politici previsti dalla
Costituzione che si devono reggere sul principio di mutualità e collaborazione
come sancito dalla Carta Europea delle Autonomie Locali.
La
CSS ritiene che, invece, in una logica di Federalismo intero istituzionale, i
Comuni ed i loro Consigli Federali possono scegliere a seconda delle strategie
territoriali di sviluppo ed i progetti attuativi delle scelte maturate in base
alle risorse finanziarie disponibili o da acquisire, partenariati tra Comuni
definendo volta per volta, senza complicazioni burocratiche, confini di
progetto o di gestione di servizi essenziali e collettivi. Queste opportunità
ad aggregarsi dovranno garantire le soluzioni più efficaci, efficienti ed
economiche possibili, garantendo la funzionalità dei servizi e dei programmi operativi
e finanziari, dando vita a specifici Bilanci Federali concordati e deliberati
in fase preventiva e consuntiva dalle Federazioni Territoriali dei Comuni
interessati oltreché dal Consiglio Federale e quanto di competenza del
Consiglio Regionale.
La
CSS è convinta che con l’avvio del processo di integrazione Federale dei comuni
della Sardegna
sarà
facilitato di conseguenza il processo federale dello Stato e dell’Europa dei
Popoli.
Questa
visione ed impostazione federale esclude la scelta antistorica e pericolosa per
la stessa unità e autonomia speciale della Regione presente nel D.L. della Giunta Regionale, licenziato
dalla I° Commissione, di considerare la Città di Cagliari come unica città
metropolitana della Sardegna, concentrando su di essa la maggior parte delle
funzioni, enti e risorse che appartengono all’intera Sardegna e che, invece, devono
essere equamente distribuite sul territorio sardo, rispettando le realtà
socio-culturali, amministrative, economico-politico e istituzionali.
Facciamo
appello a tutte le forze democratiche perché ci sia un ripensamento ed una
modifica di questa inadeguata proposta di Riforma perché la fretta di decidere
non costringa in una camicia di forza la nostra isola, che per volare ha
bisogno almeno di due ali e di un motore, i cui componenti siano plurali e
condivisi, nel rispetto dei valori di identità, equità, fratellanza, democrazia
e libertà di cui andiamo fieri.
Cagliari,30 novembre 2015
Il Segretario Territoriale di Sassari - Vincenzo
Monaco
ed Il Segretario Generale della CSS - Dr Giacomo
Meloni
DOCUMENTO FINALE DELLA SEGRETERIA REGIONALE SARDEGNA
FAILP/ CSS-PT DEL 31 LUGLIO 2015
I
lavori della Segreteria Regionale si sono aperti alle ore 9.45 con la relazione
del Segretario Reg.le Mario Abis che ha riferito della riunione della Direzione
Nazionale della FAILP-CISAL del 29/7/2015 che aveva come oggetto la Proposta
Aziendale sulla Riforma del Recapito.
Il
corposo materiale e tutte le schede allegate relative a questa importante
riforma -distribuito in copia a tutti i componenti della Segreteria - saranno
oggetto di uno specifico approfondimento attraverso gruppi di studio naz.li e
regionali coordinati da una apposita Commissione Nazionale, di cui farà parte
lo stesso Mario Abis in qualità di Segretario Regionale e di esperto del
Settore.
Per
questo motivo bene hanno fatto le OO.SS. a rinviare il tutto a metà settembre e
sospendere il giudizio sulla Riforma che, invece, l’Azienda voleva approvata
entro il 31 luglio 2015, subordinandola alla firma sui nuovi criteri per il
pagamento del Premio di Produzione 2016 e alla proposta di assunzione di mille
unità scelte tra i ricorrenti vincitori delle cause controPoste Italiane.
Il
Segretario parte dall’affermazione dell’Azienda, che, nel presentare il nuovo
Progetto, dice checon esso si avvia una
vera stagione di rilancio di Poste Italiane.
Alla
base di questo Progetto c’è il Recapito a giorni alterni.
Anche
se la Sardegna sarà interessata a detta riforma a regime dal 2017, non vi è
dubbio però che l’operazione inizierà già dal 2015 con la riduzione delle zone
di recapito con un taglio per l’isola di ben 17 zone.
Ma
la vera novità del nuovo Progetto sta nella messa in discussione di fatto della
titolarità di zona con l’introduzione obbligatoria della contitolarità di area
territoriale e l’obbligo della flessibilità operativa con annesso lostraordinario.
Preoccupa
la posizione della CGIL che ha dichiarato da subito di non essere disponibile a
barricate a difesa della titolarità di zona del portalettere; come appare molto
prudente anche l’affermazione del Segretario Generale della FAILP cheraccomanda di non fare della titolarità di
zona un totem; mentre, a parere unanime della nostra Segreteria Regionale, sarebbe
auspicabile la costituzione di una Commissione Nazionale, possibilmente
unitaria, che studi in modo approfondito questa proposta dell’Azienda in tutti
i particolari, compresa la palese contraddizione con la posizione del Governo
Renzi, che, in risposta alle osservazioni della Comunità Europea, ha messo a
disposizione di Poste Italiane, oltre i 262 milioni per il servizio universale,
ulteriori 89 milioniper correggere la
proposta aziendale del recapito a giorni alterni, la cui realizzazione sarà
sotto il controllo attentodell’AGCOM.
Vi
è poi il problema degli INIDONEI non solo per il numero abnorme registrato, ma
per le nuove regole che l’Azienda intende applicare con questo Progetto in
quanto in esso vengono a mancare determinate tutele, come per esempio quella
per gli inidonei per causa di lavoro.
Gli
interventi dei componenti della Segreteria sono stati numerosi e qualificati a
partire dalla necessità di salvaguardare il valore della titolarità di zona del
portalettere.
Del
resto lo stesso documento aziendale dice con chiarezza: "La conoscenza del
territorio è un valore. Il portalettere rimane prioritariamente titolare della
zona cui è assegnato".
Si
tratta di specificare bene questa affermazione aziendale che sembra attenuata
dall’introduzione della “contitolarità di area territoriale”, quando si afferma
che “per ragioni di carattere operativo o per necessità di business il
Portalettere può essere impiegatosu una
zona diversa da quella di cui è titolare all’interno della propria AT”. Occorre
perciò determinare meglio l’Area Territoriale che sembrerebbe essere più ampia
dell’attuale areola, altrimenti non può essere accettato l’impiego del titolare
di zona all’esterno della propria area territoriale senza che vi siano
determinate regole certe, pena lo svuotamento totale della stessa titolarità
come valore.
La
Segreteria è molto scettica su questa nuova Riforma del Recapito, che ha come
ricaduta certa ed immediata una ulteriore riduzione delle zone di recapito e
del personale applicato, mentre continua ad essere sottostimata la necessità
delle scorte. La Segreteria non dimentica le altre numerose proposte di riforma
concluse tutte con sonori fallimenti.
La
verità è che all’Azienda serviva chiudere l’accordo entro il 31 luglio 2015 per
onorare l’appuntamento sulla quotazione in borsa. Ma la fretta è sempre cattiva
consigliera, soprattutto quando si tratta di definire un Accordo così
importante che coinvolge migliaia di lavoratori.
Ai
primi di settembre verificheremo le novità e ci terremo costantemente in
contatto con la Segreteria Nazionale a cui faremo pervenire il documento
conclusivodei nostri lavori
Approvato
all’unanimità.
Cagliari,
31/7/2015
Per
la Segreteria
Il
Segretario Regionale FAILP/CSS-PT - Mario Abis
Spett.le Servizio SAVI
Assessoradu de sa defensa de s'ambiente
Regione Autonoma de Sardigna
09123 Casteddu
difesa.ambiente@pec.regione.sardegna.it
Spett.le Gestione Commissariale
Ex Provincia di Carbonia- Iglesias
Area dei Servizi Ambientali, Ufficio I.P.P.C.
Via Argentaria, 14 - 09016 Iglesias
ambiente.provcarboniaiglesias@legalmail.it
Oggetto: Osservazioni relative al progetto di “costruzione ed esercizio di un impianto di cogenerazione
alimentato a carbone di potenza termica pari a 285 MWt” a Portoscuso (CI), nella zona industriale di
Portovesme. da parte della proponente EuralEnergy s.p.a.
C.F. 03487990925 del registro delle imprese di Cagliari, con sede in Portoscuso
(CI), località Portovesme Cap
09010. Avvio procedura di valutazione di impatto
ambientale (v.i.a.) regionale e di autorizzazione integrata ambientale
(A.I.A.) .
Il
sottoscritto Giacomo Meloni, nato a Cagliari il 1 gennaio 1947, residente in Monserrato, CAP 09042,nella Piazza Giuliano 05, in qualità di Segretario Generale della Confederazione Sindacale
Sarda-CSS, Sindacato della Nazione Sarda - fondato nel 1985, con sede in Cagliari,
CAP 09123, nella Via
Roma, 72, in nome della CSS e per
suo conto, relativamente al V.I.A ed A.I.A di cui all’oggetto, il progetto prevede la realizzazione e l’esercizio di una centrale
termica cogenerativa alimentata a carbone (potenza 285 MWh) e opere
connesse,sottopongo
alla vostra attenzione le seguenti osservazioni:
A)l’affidabilità
imprenditoriale del Gruppo Proponente, il concorso finanziario pubblico alle
iniziative ed i margini operativi di Eurallumina.
B)
il percorso autorizzativi
C)
i contenuti dello Studio di Impatto Ambientale.
A)Affidabilità del Gruppo Proponente -contributi
pubblici – margini operativi di Eurallumina.
Eurallumina in passato, purtroppo ha più volte mancato
agli impegni assunti ed in particolare:
-per limitare le
emissioni insopportabili di SO2, ha progettato e realizzato, in parte con
risorse pubbliche (Fondi del Piano di Risanamento), l’impianto Sumitomo, senza
di fatto ottenere risultati apprezzabili in termini di emissioni (i ricordi
sono ancora freschi!);
-nel 2004/2005, a
fronte della minaccia di chiusura dello stabilimento, Eurallumina ha ottenuto
dal comune di Portoscuso l’assenso per l’ampliamento del bacino fanghi rossi
per ben 14 milioni di mc (non è dato a sapere se c’è stata una quota di
contributo pubblico), a fronte dell’impegno di garantire l’attività per almeno
20 anni. Tre anni dopo l’entrata in esercizio del primo lotto di ampliamento ha
iniziato la fase di chiusura dell’impianto, disattendendo, fino ad oggi, gli
impegni presi circa le misure di compensazione.
Tutto ciò non depone certo a favore dell’affidabilità
dell’azienda. Chi ci garantisce che alla prima occasione avversa, la nuova
centrale non diventi un impianto energetico a carbone fine a se stesso,
cofinanziato dal pubblico, senza ricadute sul territorio (max. 28 occupati
previsti)? L’analisi costi-benefici prodotta, per quanto non esaustiva (v.
oltre), mette in evidenza che Eurallumina, ai livelli produttivi previsti, si
attesterà su un costo di produzione di circa 300 $/t di allumina, contro un
costo degli impianti concorrenti dell’ordine di 180-200 $/t ed un costo critico
intorno ai 360$/t. Ciò fa presumere che con una variazione di prezzo
dell’allumina o di costo di produzione del 16% (60$ su 300), ci si ritrova
nelle condizioni del 2009 (chiusura!).
Si chiede di conoscere quali garanzie di ripresa e di
continuità produttiva 25-ennale RUSAL è in grado di fornire e quali garanzie di
rimborso dei finanziamenti pubblici e di risarcimento alla collettività è
pronta ad offrire in caso di disimpegno anticipato.
B)Percorso autorizzativo.
1) La ripresa produttiva di Eurallumina è subordinata
a due condizioni essenziali: la costruzione della nuova centrale e
l’ampliamento del bacino fanghi rossi, che come tali costituiscono elementi
complementari di un unico processo produttivo (l’impianto di produzione dell’allumina),
anche se formalmente in capo a due soggetti differenti, ma controllati dalla
stessa Capogruppo RUSAL. Quindi, non pare proceduralmente corretto che la VIA
venga svolta per singolo impianto, non considerandone gli effetti cumulativi e
sinergici. Si chiede che Rusal presenti e sottoponga a VIA ed AIA il
progetto di revamping generale dell’impianto di produzione dell’allumina
(stabilimento, centrale e bacino fanghi), in quanto i due impianti sono
funzionalmente complementari e sinergici.
E’ pur vero che l’attuale proponente è EuralEnergy,
soggetto formalmente diverso da Eurallumina, ma è evidente che entrambe
appartengono prevalentemente allo stesso gruppo imprenditoriale (Rusal) ed
operano per il conseguimento di un obiettivo comune. Se questo è il presupposto,
in subordine a quanto sopra, si chiede che i due procedimenti autorizzativi
(centrale e bacino) vengano svolti in parallelo e le autorizzazioni eventuali
siano reciprocamente subordinate e condizionate.
In caso contrario, dovrà essere dimostrata la
compatibilità ambientale e soprattutto l’utilità e la sostenibilità economica
di questa centrale, quale impianto autonomo.
2)L’area
individuata per ubicare la centrale ricade entro al SIN e quindi deve essere
bonificata prima della sua restituzione agli usi legittimi. Il progetto non
tratta neppure l’argomento bonifica. Non vorremmo che, mentre a Portoscuso si
deve caratterizzare il terreno anche per costruire un’autorimessa, tale vincolo
non operasse per un investimento milionario. Si chiede quindi che il
procedimento di VIA in corso venga sospeso fino alla conclusione della bonifica
(terreni e falda al cui inquinamento Eurallumina ha avuto un ruolo importante!)
e svincolo conseguente da parte del Ministero.
C)Studio di
Impatto Ambientale.
Lo Studio di Impatto risulta carente in molte parti e
non contiene i requisiti minimi previsto dalla DGR 34/33 del 2012 e dal DMAmbiente 30.03.2015.
1)Analisi costi-benefici.
a)Dal
documento mancano gli elementi essenziali per valutare la compatibilità
finanziaria ed economica dell’investimento. Si legge che EuralEnergy venderà
l’energia elettrica ed il vapore ad Eurallumina, ma non risultano gli elementi
essenziali (numeri) per valutare la sostenibilità finanziaria
dell’investimento, in parte pubblico:prezzo di vendita dell’energia, costi di
investimento e di esercizio (compresa l’incidenza dei certificati CO2 non
trascurabile vista la produzione di gas serra emessa, anche se mai quantificata
in progetto)). L’impianto di per se non fornisce vantaggi sociali significativi
al territorio (28 posti di lavoro) a fronte di un finanziamento di € 20.000.000
solo dal Piano Sulcis. I benefici socio-economici sono legati alla ripresa
produttiva di Eurallumina, strettamente dipendente dal bacino fanghi e quindi
non attribuibili, se non in parte al presente progetto. Ammettendo che
EuralEnergy sia una società di servizio per Eurallumina e quindi operi senza
profitti, per valutare l’accettabilità economica di questo impianto si dovrebbe
dimostrare che il costo di produzione dell’energia di questa centrale è
nettamente inferiore a quello di mercato (attualmente il prezzo zonale medio
dell’energia è dell’ordine di circa 45 €/MWh).
b) Dai documenti risulta che il rapporto tra
EuraEnergy ed Eurallumina è regolato da un contratto Take or Pay (Prendi o paghi). Al fine di valutare la sostenibilità
economica di entrambe le imprese (l’una parzialmente agevolata dal finanziamento
pubblico) è necessario che vengano resi pubblici i termini del predetto
contratto.
Si chiede che il documento Analisi costi-benefici
venga adeguatamente sviluppato con le dovute analisi di cui sopra e con
l’addendum del contratto Take or Pay
2)Alternative di progetto.
Ammesso e non concesso, che la tecnologia scelta sia
la migliore, non sono state valutate:
a) le
alternative di sito, interne ed esterne alla proprietà Eurallumina,
soprattutto rispetto alle distanze dall’abitato residenziale;
b) le alternative di potenza. Il progetto
prevede una centrale da circa 300 Mwt (megawat termici) corrispondenti a circa
50 Mwe (megawat elettrici), senza che ne venga giustificata la potenza. Di
questi 50 MWe, oltre a quelli di autoconsumo dell’impianto,circa 30
rappresentano il fabbisogno di Eurallumina (non è precisato se di punta, medio
o altro), mentre i rimanenti 15 vengono prelevati da Eurallumina e messi in
rete (venduti). Non è chiara la motivazione tecnica di questo
sovradimensionamento della centrale di circa il 30% rispetto al fabbisogno
elettrico di Eurallumina. Se il dimensionamento partisse dal fabbisogno di
vapore (non è mai precisato in progetto) e non da quello elettrico, l’ipotesi
di una sua riduzione o di una co-generazione con altro impianto meno oneroso ed
impattante (es solare termodinamico) è stata considerata?
c) le alternative di impianto energetico.
Sarebbe utile che EuralEnergy ed Eurallumina verificassero la possibilità di
ottenere lo stesso risultato economico complessivo attraverso la parziale
produzione del fabbisogno energetico attraverso impianti energetici alternativi
(es. fotovoltaico, solare termodinamico, eolico), che comportano costi di
investimento, di esercizio ed ambientali molto inferiori a quelli della
tecnologia prescelta (magari ottimizzando a tal fine superfici libere del
bacino fanghi e dell’area industriale) ed integrando eventualmente il
fabbisogno energetico con l’acquisto di energia dal mercato,. La scelta della
centrale a carbone da 100.000.000 di euro, subito condivisa a tutti i livelli
istituzionali, a mal pensare, fa sorgere molti dubbi! Si chiede che la
valutazione tecnico-economica di tutte le alternative impiantistiche suggerite,
sia prodotta quale elemento essenziale dello Studio di Impatto Ambientale.
3)Quadro programmatico.
Non viene valutata la coerenza con i seguenti Piani
Regionali con cui il progetto può interferire, motivata erroneamente con una
affermazione priva di significato “
…perché le attività avvengono nel rispetto della normativa vigente..!!”:
-Piano
EnergeticoAmbientale Regionale della Sardegna, adottato a febbraio 2014, che prevede obiettivi ed azioni diverse da
quello precedente, soprattutto in merito all’uso strategico del carbone,
conseguenti al piano di chiusura di Carbosulcis. Si segnala che la centrale
proposta non rispetta gli obiettivi di Piano in merito alla riduzione della CO2
(v. Qualità dell’aria). Si chiede di dimostrare la coerenza con tale Piano.
-Piano delle
Attività estrattive. Il progetto
prevede l’impiego di 3,5-5,0 t/h di calcare prelevato da una cava posta a 1,5 km dall’impianto. Premesso che in tale raggio non
esistono cave di calcare (solo un impianto di calce), ne è possibile aprirne di
nuovetrattandosi di ambito costiero, il
fabbisogno annuo è di poco inferiore a 40.000 t/a, quantitativo che presume
un’attività estrattiva consistente e genera un traffico non trascurabile (circa
2000 viaggi/anno andata e ritorno). Si chiede di indicare l’effettiva
disponibilità e provenienza del calcare, e gli impatti conseguenti a tale attività
estrattiva (se non già autorizzata per tali volumetrie) e dei trasporti.
-Piano
Regionale di Gestione dei Rifiuti Speciali. Il progetto prevede una produzione di ceneri di 8 t/h, pari a circa
70.000 t/a per cui questo impianto diventerà il secondo produttore di rifiuti
speciali della Sardegna, dopo la centrale Enel di Portovesme. Tutti i documenti
progettuali e SIA sfiorano l’argomento, senza fornire indicazioni, limitandosi
ad affermare che i rifiuti verranno trasportati “fuori limite di batteria” e/o
“smaltiti a norma di legge”. Poiché in Sardegna non esiste una volumetria
complessiva di discarica autorizzata per accogliere le ceneri prodotte da
questa centrale per la durata presunta dell’impianto, nè tale produzione è
prevista dal Piano Regionale, si chiede di specificare la destinazione
prevista per le stesse, escludendo che possano essere smaltite nel bacino
dei fanghi rossi, per una serie di motivazioni di carattere tecnico e
giuridico, che verranno approfondite in sede di VIA di tale impianto. Il progetto
evidenzia inoltre la produzione di32mc/h di eluati di cui non fornisce indicazioni in merito alle
caratteristiche e destinazione.
-Piano dei
Trasporti. Stanti le movimentazioni
di materiali previste (oltre al calcare ed alle ceneri di cui sopra, circa
360.000 t/a di carbone via mare), si chiede di valutare attentamente la
coerenza con questo Piano e gli impatti su questa componente, con particolare
riguardo alla gestione portuale.
4)Quadro Ambientale.
A)Qualità dell’aria. Lo studio non tiene conto di due importanti documenti
regionali quali L’inventario comunale
delle emissioni in atmosfera e la Zonizzazione territoriale della qualità
dell’aria – 2013.
Se tutte le analisi e valutazioni riportate relative
alla nuova centrale sono realistiche, si prende atto che il nuovo impianto
rappresenta un miglioramento rispetto alla vecchia centrale. La metodologia
adottata però non tiene conto degli effetti cumulativi con tutte le altre
sorgenti emissive dell’area industriale, come previsto dalle norme sulla VIA ed
in particolar modo dal D.M. Ambiente 30.03.2015. Si chiede quindi che la
valutazione della qualità dell’aria tenga conto di tutte le emissioni (non solo
di quelle specifiche) previste in caso di riavvio di tutte le fabbriche di
Portovesme.
Poiché anche la costruzione del Sumitomo e l’AIA
rilasciata all’Eurallumina si basavano su dati emissivi confortanti ed
accettabili, spesso (o molto spesso) disattesi dai fatti, tanto da generare
gravi situazioni di deterioramento della qualità dell’aria (note all’Amministrazione
comunale ed agli enti di controllo), si chiede che gli studi specifici
vengano integrati con la simulazione della dispersione degli inquinanti anche
in condizioni di malfunzionamento (condizioni emissive più critiche) della
centrale e nelle condizioni meteodispersive più critiche rilevate almeno
nell’ultimo quinquennio.
Essendo la qualità dell’aria l’elemento più critico
sotto l’aspetto sanitario ed ambientale del territorio, affinché tutte le
valutazioni fatte possano essere considerate pienamente attendibili, si
chiede inoltre che le stesse vengano validate confrontandole con i dati delle
centraline per un numero sufficiente di anni sia nel periodo di piena attività
industriale (prima del 2009), sia in anni recenti (es.2013).
Un discorso a parte merita l’emissione di CO2, che
viene volutamente trascurata in tutti i documenti: non viene quantificata e
liquidata con la frase” gestita nell’ambito della disciplina delle quote
emissive”, per riconoscendo eufemisticamente che “la tecnologia a carbone è
fonte di emissioni non trascurabili (nota: la maggiore fonte!)”.
Assumendo dai dati bibliografici e dal PEARS, per una
centrale a carbone, una produzione di CO2 di circa 0,7 Kg//Kwh prodotto, la
nuova centrale produrrà quasi 400.000 t/a di CO2, dato assolutamente
contrastante con gli obiettivi del PEARS adottato, in una regione in cui la
riduzione dei gas ad effetto serra nell’ultimo anno si è ridotta solo del 4,1%
(rispetto all’8,2% della media nazionale) ed è la quinta regione italiana con
le più alte emissioni di CO2:12.412 migliaia di tonnellate (fonte: EcoWay –
Gestione certificati CO2 – Rapporto emissioni 2013-2014). Sulla base di queste
considerazioni, si ribadisce la richiesta fatta al punto - 2 Alternative di
progetto – relative all’esame approfondito di altre soluzioni impiantistiche,
almeno parziali.
B)Rumore.
a) Lo studio specifico individua n. 9 impianti
(apparecchiature) che compongono la centrale le cui emissioni sonore superano i
limiti previsti dal Piano comunale, per i quali si rendono necessari
particolari interventi di insonorizzazione non previsti e descritti in
progetto. Si chiede che il progetto venga integrato con la progettazione di
tali opere e la valutazione acustica ripetuta sulla base di tali interventi.
b) Lo studio precisa che in fase di cantiere i limiti
di emissione sono rispettati solo per il periodo diurno. Si chiede che, nel
caso di realizzazione della centrale, venga posta questa prescrizione
operativa.
c) Lo studio, sulla base di misure fatte nel 2002,
quando Eurallumina era in attività, sostiene che i limiti assoluti di
immissione notturni presso le abitazioni più prossime e la struttura scolastica
sono superati, ma ne imputa la causa al traffico veicolare, mentre risulta
trascurabile l’apporto della nuova centrale.. Tale ipotesi appare quantomeno
sospetta. Si chiededi integrare la valutazione considerando
solamente gli apporti di Eurallumina (dati 2002) e della nuova centrale,
escludendo il traffico veicolare.
Nota: questo è un tipico caso in cui si rende
necessaria la valutazione complessiva di tutti gli impianti in un’unica VIA,
come richiesto al punto B1.
C)Traffico
Considerati:
-i flussi di
traffico veicolare generati dalla centrale per il trasporto del carbone, delle
ceneri e del calcare
-l’incremento di
traffico marittimo generato dall’approvigionamento del carbone e la conseguente
gestione delle attività portuali
si chiede una puntuale valutazione di tali impatti,
anche in funzione del rischio incidentale.
D)Salute
Pubblica
Lo Studio di Impatto liquida con eccessiva
superficialità tale componente, nonostante l’impianto ricada in un’area
fortemente critica sotto l’aspetto sanitario, trascurando completamente tutti
gli studi ed indagini di carattere sanitario, epidemiologico ed ambientale
specifiche svolte dall’ISS, dall’ASL, ecc. nel comune di Portoscuso.
Si chiede che la valutazione tenga conto:
-della
criticità specifica del territorio
- degli impatti cumulativi sulle altre componenti che
possono interferire con la salute pubblica
- delle conseguenze igienico-sanitarie derivanti anche
da eventi accidentali e malfunzionamenti dell’impianto
- sulla base di quanto sopra, venga effettuata una
specifica Valutazione di Impatto Sanitario.
Il riavvio di Eurallumina è un fatto importante che
deve avvenire nel più breve tempo possibile, ma anche alle migliori condizioni
per il territorio, quindi:
-con un Piano
industriale serio, credibile e garantito
-attraverso un
processo corretto, trasparente e condiviso
-senza generare
ulteriori criticità ad un territoriogià
pesantemente provato.
E’ quindi interesse generale (di Rusal, del Comune,
dei vari Enti interessati e del territorio tutto) che si acceleri il processo
autorizzativo
In considerazione della natura, importanza e
dimensione del progetto proposto, della criticità ambientale e sanitaria del
territorio e della complessità del percorso autorizzativi, nell’interesse
comune di tutte le Parti in causa, si suggerisce:
-ad EuralEnergy
S.p.A. di procedere celermente a redigere le integrazioni richieste e chiarire
gli aspetti dubbi del progetto e dei suoi Piani operativi
-agli Enti (Comune
in primis) di garantire una corretta procedura ed adeguata pubblicità degli
atti e condivisione delle scelte.
A tal fine, stante la particolare situazione di cui
sopra, si chiede che , anche in deroga alla procedura normale, le Parti
(EuralEnergy ed Enti) si accordino per una ripubblicazione (anche breve) dei
documenti aggiornati ed una ripresentazione pubblica del progetto, certi che,
nell’economia generale del percorso autorizzativo ciò non rappresenterà una
protrazione di tempi, ma il miglior modo per raggiungere l’obiettivo comune.
La Direzione Nazionale della CSS, viste le delibere del Direttivo della CSS/PT
(Postelegranonici ), del Direttivo della CSS Lavoratori del Credito, del
Direttivo della CSS trasporti, del Coordinamento dei Lavoratori dello
Spettacolo e dei lavoratori della Sanità, della Consulta CSS dell’Università e
della Scuola, del Coordinamento Territoriale della CSS di Sassari, di Nuoro e
di Oristano, del Coordinamento dei Lavoratori dell’Amministrazione Regionale e
degli Enti Locali, dei lavoratoridell’ERSU, del Comitatodei
Garanti, dichiara la piena adesione allo
Sciopero Generale del 12 didicembre 2014 per l’intera giornata nelle stesse
modalità fissate dalla CGIL Naz.leche
lo ha indetto ea cui si è
associatala UIL Nazionale.
La Confederazione Sindacale Sarda-CSS condivide gli obiettivi posti alla base della
piattaforma della giornata di lotta che ha un valore determinante per
riaffermare il lavoro come elemento essenziale del nostro vivere civile, come
affermato nella Costituzione Repubblicana e fondamento della dignità delle
persone che nel lavoro trovano soddisfazione per i bisogni individualie sociali eper la costruzione dellavita
familiare e delle comunitàdi
riferimento.
Ferma
restando l’esigenza di modificare e modernizzare la seconda parte della
Costituzione perarmonizzarla con le
nuove regole europee e le mutazioni indotte dal progresso tecnologico e
giuridico - normativo avvenutodal 1948
ai nostri giorni, devono restare fermii
riferimenti valoriali di fondo che non permetteremo a nessuno di modificare e
distruggere.
Nello
stesso modo affermiamo che lo Statuto dei Lavoratori (ex Legge 300) va
modificato e aggiornato, ma non da chi vuole oggiminarlo dalle fondamenta e diminuirlo dei
diritti che i nostri padri ed i lavoratori insieme alle loro rappresentanze
sindacali e sociali hanno conquistato con lotte e sacrifici fino allo stesso
sacrificio della vita.
La Confederazione Sindacale Sarda - CSS diffida dei nuovi riformatori che non hanno memoria o
fingono di non averne più. Chiediamo loro con fermezza e dignità di rispettare
coloro che con sacrificio, anche attraverso lo sciopero - che significa
rinunciare ad una giornata del proprio salario - lottano per affermare
l’esigenza di estendere a tutti i diritti della Statuto del Lavoratori, anche a
chi fin’ora non li ha avuti, come i lavoratori delle imprese con meno di 15
addetti, ai giovani precari e a coloro che sono assoggettati da una miriade di
contratti che da 46 presenti oggi si chiede vengano ridotti a cinque.
La Confederazione Sindacale Sarda – CSS sarà in piazza con le proprie bandiere e le bandiere
della Sardegna con i quattro mori per chiedere con forza alla Giunta Regionale
di avere il coraggio di voltare pagina, di imboccare la strada del vero
sviluppo per la Sardegna, di uno sviluppo ecocompatibile, di industrie sane, pulite
e leggere che rispettino ambiente, salute e territorio. Di un lavoro che non ci
faccia ammalare di tumore perché questo è modernamente possibile se le nostre
industrie si dotano dei mezzi per produrre pulito. Si investa da subito nelle
bonifiche con cantieri aperti ai disoccupati e cassaintegrati; si rilanci
l’agroalimentare collegato con le industrie di trasformazione e di
conservazione dei prodotti e col turismo interno e delle coste; si investa
nella ricercae si dia il segnale che
tutti i sardi attendono da anni:
RISORGI SARDEGNA E VAI AVANTI NELLA
STRADA DELLA LIBERTA’ E DELL’INDIPENDENZA CONCRETA CHE SIGNIFICA ESSERE PADRONI
IN CASA NOSTRA. MERIS IN DOMU NOSTA.
Il Segretario Generale della CSS
Dr Giacomo Meloni
LaCONFEDERAZIONE SINDACALE SARDA - CSS -
aderisce con convinzione al Sit-indel 17
ottobre2014 presso il Tribunale di
Cagliari dove si svolge la causa in cui sono coinvolti l'AD e Direttore della Portovesme
srl, accusati per aver ritardato o omesso le bonifiche e la messa in sicurezza
dei siti inquinati.
Invitiamo tutti
coloro che hanno a cuore le sorti dell'ambiente e del territorio della Sardegna
e la salute dei sardi che con alte percentuali muoiono di tumore a causa
dell'inquinamento industriale e dei poligoni militari di guerra.
E'urgente da parte
dei giudici applicare la legge che impone le bonifiche acolorocheinquinano,secondo il
principio europeo che chi inquina deve pagare.
La situazione della
Sardegna è gravissima dal punto di vista dell'ambiente,se,standoaidati ufficiali, ben 450 mila ettari di territorio sono inquinati.
Occorre una forte
mobilitazione di cittadini liberi e onesti per far rispettare la legge.
Noi sardi non
cimeritiamo di morire di inquinamento.
I colpevoli devono essere puniti esemplarmente.
Cagliari, 12/10/2014
GIACOMO MELONI
Segr.Gen.le CSS
Cagliari
15 ottobre 2014
Al
Rappresentante del Governo
Dr.
Pasquale Gioffré
La
presenza militare in Sardegna, ruolo del Governo, interventi
essenziali e improrogabili. Preghiera d’inoltro alla Presidenza
e al Consiglio dei Ministri
Egregio
dr. Pasquale Gioffré,
accogliendo
le sue sollecitazioni di specificare il perché, dal 15 luglio
2011, il 15 di ogni mese ci rivolgiamo alla Rappresentanza del
Governo, ci scusiamo innanzitutto per la scarsa chiarezza da Lei
rilevata. Fa male constatare che i vari incontri intercorsi in tre
anni e i 33 sit in non siano serviti a rendere comprensibili le
nostre richieste pur avendo queste riscosso l’attenzione
costante dei media sardi e persino dei media internazionali. Ci
riesce difficile esplicitare esaustivamente e sinteticamente i nostri
obiettivi e proposte, non possiamo che riaffermare la convinzione che
i gravi problemi posti dalla presenza militare, ossia
dall’Amministrazione Difesa, richiedono una soluzione politica
di ampio respiro, è compito precipuo del Governo intervenire
per:
*stroncare
l’epidemia di tumori e alterazioni genetiche che ha come
epicentro i poligoni che gravano sulla Sardegna in misura iniqua;
*
dare verità e giustizia alle vittime e agli esposti alla
contaminazione dei perenni “giochi di guerra” giocati con
munizionamento da guerra;
*ripristinare
la legalità nell’isola.
Scusandoci
di nuovo per non sapere esplicitare con maggiore chiarezza le nostre
richieste ribadiamo:
ESIGIAMO
che il Governo assuma le sue responsabilità, l’obbligo
di porre fine e riparo al disastro ambientale e sanitario causato
dalle devastanti attività militari, adotti con urgenza le
misure sintetizzate nello slogan portante dei sit in mensili,
l’acronimo
SERRAI(CHIUDERE)
S
Sospensionedelle
attività dei poligoni dove
si sono registrate le patologie di guerra;
E
Evacuazionedei
militari esposti alla
contaminazione dei poligoni di Teulada, Decimomanno-Capo Frasca,
Quirra
R
Ripristino ambientale, bonifica
seria e credibile delle aree contaminate a terra e a mare
R
Risarcimento alle
famiglie degli uccisi, ai malati, agli esposti,
Risarcimento al popolo sardo del danno
inferto all’isola.
A
Annichilimento, ripudio
della guerra e delle sue basi illegalmente concentrate in Sardegna in
misura iniqua
I
Impiegodelle
risorse a fini di pace.
La
nostra determinazione è sorretta dalla forza dell’evidenza.
Lo scempio che il comitato Gettiamo le Basi documenta e denuncia
ininterrottamente dal 1997 è stato portato in piena luce,
almeno nell’area del Pisq, Poligono Interforze Salto di Quirra.
La coraggiosa indagine della Procura di Lanusei
(http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?
http://www.radioradicale.it/scheda/351917/commissione-parlamentare-di-inchiesta
)iha
confermato in pieno le pluriennali segnalazioni del comitato ed è
andata ben oltre documentando anche l’uso “istituzionale”
del Pisq come discarica illegale di rifiuti bellici.
Le
nostre richieste si fondano nell’esigenza, imprescindibile in
uno Stato di Diritto, che il Governo non operi legibus
solutus ma sottostia alle norme vigenti, in
particolare: art 11, art 32 della Costituzione; legge 898/1976,
104/1990, in applicazione dei principi di eguaglianza ed
equità impone al ministro della Difesa l’obbligo di
equiparare la Sardegna alle altre Regioni in termini di gravami
militari (l’isola sopporta il 60% dell’intero demanio
militare dell’Italia); Decreto 36/2009,
ha equiparato i poligoni ai teatri di guerra e la popolazione
residente nei pressi dei poligoni ai militari inviati nei teatri di
guerra, ha rovesciato sull’Amministrazione Difesa l’onere
della prova, però è un esempio da manuale dell’italico
detto “fatta la legge, fatto l’inganno”; Obbligo
di bonifica,imposto persino dai
regolamenti Italia-Nato; Protocollo di Rio,
“L’assenza di certezze scientifiche non deve
servire da pretesto per ritardare l’adozione di misure”;
Sentenza del Tar Sardegna “L’interesse
nazionale CEDE di fronte al superiore interesse pubblico costituito
dalla tutela della salute (…)” che ha “il valore
dell’assolutezza, ciò significa che va protetta contro
ogni iniziativa ostile da chiunque provenga e con la conseguenza che
ha anche una valenza incondizionata. Tale tutela comprende le ipotesi
in cui i rilievi scientifici non hanno raggiunto una chiara prova di
nocività (..) occorre applicare il principio di minimizzazione
che costituisce il corollario del principio di precauzione di
derivazione comunitaria” (6/10/2011 sentenza di sospensiva
all’installazione dei radar); Sentenze di condanna
dell’Amministrazione Difesa al risarcimento danni per
i colpiti da inquinamento bellico, troppo numerose da citare.
Ricordiamo che nel
2013 l’OMS
ha definitivamente demolito il pretesto fuorilegge sempre invocato da
Nato, Stati Maggiori, Ministri della Difesa, Governi
(http://www.iarc.frhttp://www.iarc.fr/en/media-centre/pr/2013/pdfs/pr221_E.pdf).
OMS
e IARC, massime autorità sanitarie a livello internazionale,
hanno dimostrato scientificamente, sia l’alta cancerogenicità
di primo livello, sia il nesso diretto causa effetto tra patologie e
polveri sottili e sottilissime, le nanoparticelle che la dottoressa
M. A. Gatti rileva da anni nei tessuti, sia dei militari inviati nei
teatri di guerra o in servizio nei poligoni, sia della popolazione e
del bestiame che vive nei pressi dei poligoni sardi, dando una solida
base scientifica all’intuizione popolare che dal lontano 1999
denuncia la “Sindrome-Golfo-Balcani-Qirra-Teulada” come
tutt’uno e parla di strage di Stato.
La
Rappresentanza del Governo finora ci ha elargito parole di umana
comprensione. Il Governo invece ha risposto sciorinando le bufale
delle bonifiche lampo in corso e soprattutto con l’arroganza
dei fatti intensificando le iniziative
ostilisalva
poligono e salva inquinamento. Elenchiamo le più recenti:
Decreto
Destinazione Italia, noto anche nella penisola come “Salva
Quirra”; Legge 1345/2014 popolarmente denominata “Affossa
Processi”; Decreto “Ambiente Protetto”,
ribattezzato dal popolo italiano “Inquinatore Protetto”;
legge “Sblocca Italia” in via di approvazione. L’ultima
in ordine di tempo è la rivendicazione del diritto delle Forze
Armate di qualsiasi nazionalità di mandare a fuoco la
Sardegna, persistere nel mantenere le attività dei bombing
test ranges al di fuori di qualsiasi
controllo e legge antincendio (ricorso al Tar contro l’imposizione
della RAS della normativa antincendio).
Il
29 ottobre si aprirà a Lanusei il processo sui fatti del
Poligono Interforze Salto di Quirra. Credibilità e rispetto
delle istituzioni dovrebbero imporre al Governo di non replicare lo
scandalo ostentato nella fase udienze preliminari: assente come
Ministero Ambiente e Ministero Economia, indicati dal Pm come parti
lese, platealmente schierato, invece, con l’Avvocatura dello
Stato a difesa degli imputati eccellenti, i generali comandanti del
Pisq. Oggettivamente il Governo ha rigettato il ruolo di parte
offesa, non ha riconosciuto di avere subito un danno ambientale ed
erariale. Di fatto ha delegittimato pesantemente il lavoro del
procuratore capo di Laanusei, dr D. Fiordalisi. In Italia conosciamo
troppo bene la politica di delegittimazione del magistrato "scomodo"
e conosciamo, purtroppo, anche le tragiche conseguenze di questa
strategia. Pertanto diffidiamo il Governo dal persistere in
questa viscida manovra. Trovi il coraggio di dire che non
intende porre né fine né rimedio all'avvelenamento
della Sardegna e al lento genocidio del suo popolo provocato dalle
devastanti attività di guerra e ne tragga le conseguenze. Dica
con chiarezza che la Sardegna è un corpo estraneo allo Stato,
non è Italia. Altrimenti ritiri il patrocinio
dell'Avvocatura di Stato agli imputati, si costituisca parte civile,
si attivi per spezzare, adesso e subito, la catena di morte,
sofferenza e strangolamento economico che avviluppa l’isola.
Con
la speranza di avere reso comprensibili le nostre richieste la
preghiamo di volere inoltrarle alla Presidenza e al Consiglio di
Ministri.
Distinti
saluti.
Comitato
sardo Gettiamo le Basi,
tel
3467059885, Mariella Cao
/Famiglie
militari uccisi da tumore,
tel
3341421838, Giancarlo Piras / Comitato
Amparu (Teulada)
3497851259,
Elisa Monni Zedda
/ Comitato
Su Sentidu (Decimomannu)
3334839824
LA CSS IN PRIMA LINEA A DIFESA DEI LAVORATORI
DELLA MULTISSE
DI TUTTE LE SOCIETA’ IN HOUSE PROVINCIALI
La
Confederazione Sindacale Sarda – CSS –aveva avvertito per tempo i lavoratori e
la Dirigenza della Multiss. Ora,in meno di un mese, le preoccupazioni della CSS
si sono rivelate purtroppo talmente realistiche da smentire “ricostruzioni
visionarie prive di fondamento” e soprattutto portatrici di tensioni capaci di
mettere a rischio il prezioso lavoro fatto dalle parti in causa.
La
pesante Cassa Integrazione in Deroga, ancora senza copertura finanziaria, applicata
obbligatoriamente ai lavoratori della Multiss, ha duramente superato le
preoccupazioni espresse.
Unico
merito finora delle scelte aziendali e sindacali è stato quello di aver scongiurato
l’avvio delle procedure di licenziamento collettivo. Ma la fiducia verso le
istituzioni politiche si è completamente invertita e tra i lavoratori regna la
più assoluta incertezza.
Ancora
una volta i lavoratori stanno risanando anticipatamente con la CIG il bilancio
della Multiss che la Provincia di Sassari, pur virtuosa nella chiusura in forte
attivo del proprio bilancio consuntivo 2013, non è stata in grado di garantire.
Spiace
prendere atto che anche il nostro suggerimento ai lavoratori ed alle rappresentanze
sindacali di adottare azioni concordate per l’apertura di una vertenza unica
regionale verso le Province e la Regione con l’istituzione di un Comitato
Congiunto sia stato disatteso. Le soluzioni per una rapida e positiva
conclusione della Vertenza ci sono a patto che:
1.Si
apra veramente una vertenza unica regionale;
2.Si
riprenda immediatamente il confronto con il Consiglio Regionale, evitando
polemiche inutili e smettendo di inseguire strumentalizzazioni di qualche
esponente politico;
3.Fissare
tempi certi per il rifinanziamento del Fondo Unico per gli Enti Locali, già in
approvazione in Consiglio dove si sta discutendo l’assestamento di bilancio.
Occorrono
tempi brevi anche perché i problemi finanziari della Multiss, nonostante un
rifinanziamento parziale del Fondo, sono pesanti in conseguenza di ricavi
formalizzati ma non maturati per difficoltà burocratiche e per gravi ritardi
nelle definizioni contrattuali.
Sembra
quasi una congiura predeterminata contro la sopravvivenza della Società in
House che pure ha raccolto molti consensi positivi per il proprio operato nei
tanti incontri avvenuti con i politici ed i beneficiari dei servizi, consensi
confermati dai dati storici di bilancio sino al 2013.
In
conclusione: il confronto regionale con il Presidente del Consiglio ed i
Capigruppo deve realizzarsi immediatamente nel modo più coordinato ed unitario
possibile tra i Sindacati e le Società in House che devono incontrarsi
operativamente con la Regione per conoscere da subito le bozze di riforma che
riguardano la prospettiva di centinaia di lavoratori. Su questa linea la
Confederazione Sindacale Sarda si dichiara, ancora una volta, disponibile nella certezza di una conclusione positiva ed
utile per tutti della vertenza di tutte le società in House Provinciali.
Distinti
saluti
Cagliari,
05.10.2014
Il
Responsabile Sindacale Aziendale CSS della Multiss SpADott. Vincenzo Monaco
Il
Segretario Generale della CSS Dott. Giacomo Meloni
INIZIATIVA A SOSTEGNO DEI FIGLI DEI DETENUTI
ANCHE QUEST'ANNO, COME GIA' DA 9 EDIZIONI, IL
COMITATO " OLTRE IL CARCERE:LIBERTA' E GIUSTIZIA"
Questo articolo è già stato pubblicato nel sito www.sardegnasoprattutto.it,
il 26.06.14.
Raccontano che un contadino
disperato perché gli storni gli mangiavano le ciliegie finì col rivolgersi ad
un prete perché facesse un esorcismo. Il sacerdote prese un biglietto e scrisse
“Deo seo predi Zurru, ministru de Santa Romana Ecclesia e naro
a tie o isturru: no ti che papes sa cheresia”, poi invitò il
contadino ad appendere il biglietto nel ramo più alto del ciliegio. L’uomo
fiducioso eseguì. Lo storno lesse lo scongiuro, intinse il becco in un frutto
maturo e vergò la risposta:”Deoseo s’isturru e mi mandigo sa cheresia: afanculu a predi Zurruministru de Romana Ecclesia!”.
Il linguaggio dello Stato non
sarà così diretto e insultante, ma se la riforma costituzionale in discussione
al Senato verrà approvata, le richieste dei Sardi faranno simile fine. Non è
che negli anni dell’autonomia sia stato molto diverso. I tavoli e i “Ne terremo
conto” si sono susseguiti, ma lo statuto regionale, benché inattuato, ha avuto
una cornice costituzionale in cui far valere le proprie ragioni. Non sarà più
così. Ci sarà una suddivisone perfetta delle materie concorrenti, tra le tante
istruzione, ambiente ed energia che torneranno allo Stato.
Le regioni autonome verranno
svuotate perché si sta proponendo che gli statuti vengano adeguati in tempi
brevi al nuovo quadro costituzionale. Se ciò non avverrà sarà lo Stato a farlo.
L’unico statuto che forse non verrà riformato sarà quello della Provincia
Autonoma di Bolzano perché figlio degli accordi internazionali sul Sud Tirolo.
Per il resto d’Italia è la fine di qualsiasi concezione contrattualistica dei
rapporti tra centro e periferia. Un neo centralismo in cui le decisioni
verranno prese a Roma. Lo stesso Senato dei Cento, rispecchierà i rapporti di
forza demografici e la Sardegna con solo il 2,6% del corpo elettorale è
condannata ad un destino di irrilevanza.
Deciderà Roma in funzione delle
proprie esigenze e tornaconti. Ad esempio se non volessimo un sistema di rigassificatori non potremmo opporci, quelle infrastrutture
potrebbero essere dichiarate di interesse strategico e presidiate
dall’esercito. Lo Stato lo ha già fatto con la TAV e con le discariche campane.
Le stesse servitù militari potrebbero essere addirittura accresciute, per il
medesimo motivo. Così come diventerà impossibile richiedere una Agenzia sarda
delle entrate. Benché la Ue riconosca una rappresentanza multilivello, in
Italia vi saranno solo decisioni centralizzate. Il discredito della politica,
la campagna di stampa sugli sprechi hanno prodotto una delegittimazione delle
istituzioni intermedie. Nessuna sorpresa, Renzi nelle
sue dichiarazioni programmatiche aveva annunciato quello che si sta
realizzando.
Dai giornali importanti giunge un
appoggio alle riforme e le regioni autonome, per loro, non hanno più ragione
d’essere. La stessa specialità della Sardegna se motivata unicamente con il
sacrificio di circa sessantamila giovani nella Prima guerra mondiale è ormai
superata, sono trascorsi cento anni. È evidente che i motivi devono essere
altri, l’essere nazione differente con lingua propria, il primo su tutti.
Benché l’autoconsapevolezza dei Sardi sia cresciuta, il riconoscimento di
nazione non è così immediato. In Italia domina la retorica della nazione
italiana come unica possibile. Siamo dominati da un monolinguismo paranoico che
vive come attentato all’unità qualsiasi altra lingua che non sia l’italiano.
Nazione e stato italiano come sinonimi.
Una corrente di pensiero presente
anche nell’isola, che inevitabilmente porta alla perfetta fusione come nel
1847. Concezione che non riconosce nessuna validità a forme di autogoverno che
non siano emanazione diretta del potere centrale. La riforma costituzionale in
discussione determinerà i prossimi decenni, forse l’intero secolo. Un
appuntamento storico a cui i parlamentari sardi ed il Consiglio Regionale non
potranno sottrarsi. Ancora una volta, soprattutto i parlamentari, dovranno
decidere se saranno fedeli ai diritti della loro terra o ai partiti italiani
che li hanno eletti. Su questi argomenti però non pare ci sia alcun dibattito,
se si eccettua il seminario realizzato dalla Fondazione Sardinia,
Sardegnasoprattutto e Carta di Zuri.
Nessuno che si chieda quale idea
dobbiamo avere della Sardegna, come ne immaginiamo il futuro, quale istituzioni
darsi. A leggere le cronache, sembrerebbe di rivivere quella fine del 1847,
quando poche èlite sassaresi e cagliaritane, sull’onda di manifestazioni
studentesche e dietro le pressioni di gruppi economici, decisero la perfetta
fusione con gli stati di terraferma. Atto compiuto senza neppure convocare gli
Stamenti e viziato dalla illegittimità.
Anche ora saremmo noi a salvare
l’Italia, rinunciando alle nostre “Venerate istituzioni” come allora ? Ancora una volta ci verrà chiesto il sacrificio
come alle mantelline verdi sul Carso? E noi pronti ad obbedire agli ordini?
Potremmo farlo, come l’abbiamo già fatto. In fin dei conti non siamo gli eredi
del RegnumSardinae, la
piccola Prussia che ha fatto l’unità d’Italia? Se così fosse però, cancelliamo
il nome di Giovanni Maria Angioy dalle nostre vie e
piazze, dedichiamole a Efisio Pintor Sirigu, noto Pintoreddu, il normalizzatore. Accontentiamoci di prendere
a calci l’ultimo inserviente del Senato, come fece Giovanni Siotto
Pintor con un commesso del Parlamento Subalpino che non voleva farlo entrare
perché vestito in abito tradizionale.
In fin dei conti il comportamento
che ci contraddistingue è quello di predi Zurru:
scrivere biglietti, inviare petizioni a chi poi le ignorerà. Lo stato-storno
farà quel che vorrà e a noi ci resterà solo il lamento. Italia ti sesismentigada de mama tua Sardigna modesta, cantava un poeta del tardo
Ottocento.
La Sardegna verso il
baratro della Storia: sette punti per riprendere il cammino,
di Salvatore
Cubeddu
Cagliari, 1 luglio 2014
Siamo pronti alle scelte che lo stato italiano farà calare sulla Sardegna
come conseguenza delle sue riforme?
Non si è sentita una voce in Sardegna – tranne questa nostra (per quel che
conta) - che abbia richiesto‘almeno’ che i senatori fossero in numero uguale per ciascuna
regione (come gli stati negli USA), così come peraltro era scritto nella prima
stesura della proposta. Ora è in arrivo il grosso, un senato a composizione
differenziata, con tematiche definite e identiche per tutte le regioni, le
quali poi dovranno inserirle nei loro successivi statuti. Di fatto, anche per
noi varrà l’uniformità istituzionale, la fine della specialità della Sardegna,
un regionalismo colorato da un decentramento appena tollerato.
E’ il quarto grande mutamento istituzionale in 167 anni, considerando i due
successivi alla prima (l’istituzionalizzazione del regime fascista, 1925) e
alla seconda guerra mondiale (la costituzione e lo statuto del 1948), e la fase
iniziale del regno d’Italia (1847). La freccia torna indietro, ha ragione chi
parla di nuova fusione perfetta.
Difficile trovarsi preparati alla propria morte, subito uno riafferma le
ragioni della vita. Difatti il Consiglio regionale nel suo insieme e la Giunta
regionale riunita con le altre regioni italiane hanno confermato la specialità
ed il valore pattizio del rapporto stato/specialità istituzionali. Ma se il
governo denuncia che quella non è ‘vita’, e dichiara superato, inutile e non
valido questo approccio? Quale risposta, quale resistenza sarebbe in grado di
costringerlo a mutare gli orientamenti? Come difendere le nostre giuste
ragioni?
E’ prevedibile che sentiremo quelli che ‘bisognava muoversi prima’, e
saranno numerosi tra coloro che niente hanno fatto o che più hanno ostacolato
l’innovazione istituzionale. Non è così. Dalla Sardegna sono arrivati al
Parlamento tre elaborazioni di un nuovo statuto sardo: di F. Cossiga (2004),
PG. Massidda (2008) e di A. Cabras (2010). Il Partito sardo aveva depositato un
suo testo in Consiglio regionale già nel 1988. Documenti e nuovi principi sono
stati elaborati anche dalle nostre associazioni. Nel 2003 la legge regionale
sull’assemblea costituente aveva iniziato il suo percorso nelle commissioni
parlamentari, dopo che furono interessati sia Ciampi che Berlusconi. E’ dalla
crisi della prima autonomia (1978) che ogni legislatura regionale si propone di
riscrivere la carta fondamentale della Sardegna quale strumento più adatto al
proprio benessere e come espressione di una nuova consapevolezza identitaria
dei Sardi. Questo interesse e questa consapevolezza non sono arrivate ad una
definitiva elaborazione collettiva. Né ad una decisione. I grandi partiti
politici, di allora e di oggi, hanno promesso volta a volta di ‘sardizzarsi’ – se e quando serviva per fronteggiare ondate
sardiste o indipendentiste – ma niente hanno concluso nel produrre un nuova
loro identità che li qualificasse come sardi. Come se a Roma loro fossero i più
fedeli esponenti dei partiti, non prioritariamente i rappresentanti dei
cittadini sardi. ‘Non partiti sardi’, ‘non istituzioni sarde’, quindi.
Ci potrà essere ora?
Fusione perfetta significa che in Sardegna comanda solo lo stato italiano.
Che i sardi devono smetterla di pensarsi comeun popolo tra gli altri nel mondo, che
possano legittimamente utilizzare le proprie risorse per immaginare e costruire
un proprio autonomo futuro. Che in casa nostra l’esercito italiano non avrà più
problemi negli ampi territori occupati. Che l’Eni riempirà di cardi le nostre
pianure irrigate. Che la Saras andrà avanti con le
sue prospezioni nel sottosuolo. Che l’energia per l’Italia farà arrivare
l’immondezza da ogni dove. Che …. in Sardegna diverrà
possibile continuare a fare ciò che interessa e serve ai forestieri di turno.
Per restare liberi e diventare prosperi non restano risorse. Appunto.La Sardegna continuerà quale isola lontana
dell’Italia, da utilizzare o da abbandonare, o tutt’ e due le cose insieme.
Scordiamoci la lingua sarda o di poter decidere sui nostri nuraghi. E’ stato
così finora, non senza nostre colpe. Continuerà, in termini peggiorativi. Come
già risulta dal decreto-legge 91, del 25 giungo 2014, che innalza la soglia
dell’inquinamento dopo il quale è obbligatorio risanare: la sanatoria per chi
ha inquinato sfruttandoci.
Ma, ora, che cosa si fa?
Di frontealle
decisioni romane così veloci (un pregio, questo, tutto da dimostrare) il controllo del nostro tempo
rappresenta, invece, per noi, la prima risorsa da difendere. Le riforme
economiche che Renzi ha promesso all’Europa niente
hanno a che vedere con i diritti dei sardi ad una loro nuova e libera
costituzione, ai tempi necessari del loro riunirsi e del loro decidere. Come
non possiamo accettare i tempi degli altri così non dobbiamo ridurre su loro richiesta l’ordine del giorno dei nostri
diritti e delle nostre responsabilità.
Mentre il presidente del Consiglio e parte della società italiana hanno
deciso di intervenire sulla costituzione italiana – di tutti gli italiani
-è nostro interesse difendere in essa
tutti gli spazi che ci servono e che ci vengono garantiti dal presente patto
costituzionale. La pariteticità regionale della rappresentanza nel senato è la
più urgente di queste richieste. L’inviolabilità
del presente statuto – legata alla trattativa stato italiano / popolo sardo
- è la più importante: essa dovrebbe tagliare fuori la Sardegna dalla grande
parte dei mutamenti pensati per il continente. Ogni atto contrario ai nostri
diritti ed interessi costituirebbe una decisione unilaterale da parte dello
stato, da noi non riconoscibile. Da denunciare di fronte ai tribunali
internazionali.
Alcune cose si stanno facendo e altre si possono fare.
1. Dobbiamo, intanto,conoscere meglio e sostenere le iniziative dei nostri
parlamentari sardi.Per esempio: il
senatore Cotti ha fornito - al seminario promosso nelle scorse settimane dalla
Fondazione Sardinia, Carta di Zuri e Sardegnasoprattutto - precise informazioni sui lavori della
commissione senatoriale; il senatore Uras ha presntato
un subemendamentodi salvaguardia
dell’attuale Statuto ponendo la nostra specialità sarda come immodificabile
senza un reale confronto tra Stato e Regione; informazione e battaglia
parlamentare sono elementi essenziali!L’on. Pili
ha avviato con Unidos la costituzione di comitati
spontanei di opposizione. Se ne vorrebbe sapere di più. Conoscere, giudicare, agire: era la massima dei giovani cattolici
utilizzata parecchi decenni orsono. I vari approcci potrebbero completarsi.
2. Proseguendo nel solco intrapreso dalla mozione sulla
sovranità del Popolo sardo approvata dal Consiglio regionaleil 24 febbraio 1999, dovrebbe venire
ripresala mozione n°. 46 (XIV Legislatura)
dell’8 marzo 2010 – a firma diCONTU Felice - DEDONI -
CUCCU, sulla formulazione di un ordine
del giorno voto al Parlamento per la stipula di un nuovo patto
costituzionale (così come previsto dall'articolo 51 dello Statuto sardo). Con
esso si dichiara conclusa la fase iniziata nel 1847 e si pongono i nuovi
termini del rapporto futuro tra la Sardegna e lo Stato italiano (vedi allegato
A).
3. Il Consiglio
regionale potrà riunirsi in seduta costituente accelerando la formulazione
sia dello statuto che della legge statutaria, tenendo conto delle pressioni
romane ma senza esserne subalterno. Di fronte al centralismo che avanza, il
Consiglio è il più interessato ad avere dalla sua parte il popolo sardo.
Definisca velocemente, quindi, le modalità partecipative che ne permettano il
protagonismo, degli enti locali, delle associazioni, dei singoli cittadini.
Finora, però, non è stata indicata una proposta migliore dell’assemblea
costituente del popolo sardo.
4. Importantissimo risulta il ruolo storico dei rappresentanti
istituzionali e politici sardi in questa delicatissima fase della nostra
storia, identificabile solo in parte con quella degli italiani. Parlamentari,
consiglieri regionali, sindaci, responsabili delle associazioni di interesse, i
leaders delle istituzioni culturali e delle
rappresentanze religiose. Tutti sono chiamati a prendere posizione in/per
questa Sardegna in pericolo.Occorre
andare oltre la pur doverosa loro consultazione, bisogna rendere tutti attivi e
protagonisti.
5. Per ognuno di noi si offre un compito e
si apre una responsabilità. L’informazione puntuale, motivata e approfondita è
una di queste e potremmo assumerci noi delle responsabilità. Nel solco del
positivo esempio di quanto ilGruppo di intervento giuridico opera nel campo ambientale,
potrebbe risultare utile la promozione dell’Osservatorio
sardo delle riforme istituzionali.
6. Ma solo i grandi media possono svolgere
adeguatamente il ruolo di informazione e approfondimento costante dei termini concreti dell’evolversi delle
questioni in campo. Non si può che fare appello al loro senso di appartenenza
ed alla deontologia professionale.
7. Il cuore della risposta risiede nella
capacità delle forze sociali, economiche e culturali di svolgere un loro
compito coordinato, capace di approfondire e nel contempo unificare le
tematiche difensive, rivendicative e progettuali che percorrono i paesi e le
città sarde.Potrebbe convocarsi la convenzione dei sardi che, alla luce
dell’analsi dell’evolversi della situazione, promuova
iniziative, le più varie, che incidano nella difesa e nella promozione dei nostri
diritti e responsabilità.
Basta solo richiamarlo: la prima a subire
una sconfitta dalla vittoria del neocentralismo statale sarebbe la politica sardista in tutte le sue forme,
dal blando autonomismo all’indipendentismo più intransigente, passando per il sovranismo.
Entriamo nell’estate e in molti attendono
le meritate vacanze, ma altrettanti tra noi ritengono che al rientro ci si
possa trovare con una Sardegna formalmente e sostanzialmente più asservita da
decisioni assunte da chi ha fretta e non sa, o non vuole prendere atto, che ci
sono attese e questioni che vengono ex antiquo. La questione nazionale sarda
tra esse. Per noi, la principale.
23 luglio 2014
Comitato sardo Gettiamo le Basi
Il Tar Lazio riconosce come causa diretta di patologie la
contaminazione da poligono, per la prima volta la Magistratura
conferma anche la contaminazione da uranio impoverito.
Inoltriamo in allegato il comunicato dell’Osservatorio Militare
sulla sentenza storica del TAR Lazio depositata avantieri 21
luglio.
Ricordiamo anche la sentenza della Corte dei Conti di Venezia del
17/7/2001 sul caso Lorenzo Michelini, in servizio di leva nel
Poligono Salto di Quirra nel 1976, ucciso il 8/7/1977 dalla
“sindrome di Quirra”, leucemia mieloide acuta, leucosi recidiva. A
distanza di 24 anni dalla morte del giovane militare, dopo un
lunghissimo calvario di ricorsi e contro ricorsi della famiglia,
la Magistratura riconobbe la causa di servizio e sancì“ Lo
stretto nesso eziopatologico fra alcuni disagi sofferti in
servizio (il frequente contatto con sostanze tossiche solide o
disperse nell’aria) e l’insorgenza e repentina evoluzione
dell’affezione mortale.(..) la documentazione sanitaria
evidenzia che il giovane militare cominciò ad accusare i primi
sintomi della malattia fatale insieme con le affezioni per le
quali subì ricovero (..) la sintomatologia non fu adeguatamente
analizzata”.
Quanti omicidi
dobbiamo ancora contare prima che si ponga fine alla strage e
arrivi un minimo di giustizia anche per le popolazioni colpite ed
esposte ai veleni dei giochi di morte dei poligoni Salto di
Quirra, Teulada, Capo Frasca - Decimomannu?
L’assoluzione
senza processo, decisa venerdì 11 luglio dal giudice Clivio del
Tribunale di Lanusei, di dodici su venti incriminati dal
procuratore Fiordalisi per il disastro di Quirra, assume i
contorni del segnale atteso da Stati Maggiori e Governo con il
loro codazzo di politicanti isolani per dare il via, ormai senza
ritegno, agli investimenti militari, all’intensificarsi di
addestramenti e manovre di guerra, al potenziamento dei bombing
test ranges per inchiodare la Sardegna al duplice ruolo di vittima
e complice delle guerre Nato. L’arroganza e rapidità del giro di
vite alla schiavitù militare dell’isola - dettagliato dall'Unione
Sarda di oggi 23/7/2014 “Poligoni, lo Stato rilancia” - ha anche
uno scopo immediato e urgente: bisogna mettere a disposizione con
la massima prodigalità la nostra terra al cliente pagante Israele
per aiutarlo nell'atroce genocidio del popolo palestinese, bisogna
sostenere il massacro in preparazione in Ucraina! BASTA!
15 luglio SIT-IN mensile Cagliari, ore 10, Piazza
Carmine fronte sede
Rappresentanza del Governo
Processo Quirra: la danza macabra, un passo avanti e
due indietro, valium e champagne. Riuscirà
la montagna a partorire il topo?
Carissimi,
mercoledi' 9 luglio alle ore 10 dobbiamo essere moltissimi davanti al
Palazzo della Regione in viale Trento a Cagliari dove terminerà la
marcia dei Comitati per consegnare al Presidente della Giunta
Regionale on.Francesco Pigliaru il documento sulla Moratoria.STOP a
tutti i megaimpianti che non rispettano territorio e ambiente.
La Sardegna non deve diventare la Piattaforma energetica dell'Europa
per produrre energia per tutti,lasciando in Sardegna scorie e
rifiuti.
La Confederazione Sindacale Sarda-CSS è tra gli organizzatori della
marcia che è partita da Sassari,per poi fare tappa a Macomer/Ottana,
a Guspini-Gonnosfanadiga e Vilacidro,a Portoscuso ed infine a
Cagliari.
Non possiamo mancare.
Giacomo Meloni Segr.Gen.le CSS
*********************************************************************
Cordinamento Sardo Non Bruciamoci il Futuro-Comitati Sardi In Rete
5^ tappa: Cagliari sit-in Viale Trento antistante alla sede della Regione
Autonoma della Sardegna.
Mercoledi 9 luglio 2014 ore 10
Da nord a sud dell'isola emerge una maggiore comprensione della fragilità dei luoghi
della nostra vita, determinando un bisogno di comunità che diventa sempre più calorosa
e responsabile.Per questo abbiamo marciato per rivendicare il nostro diritto a decidere
il futuro della nostra Terra, contro il degrado del nostro ambiente, lo sperpero delle
nostre risorse, l'aggressione alla salute, ai territori e al lavoro.
AUGURI
PER LA FESTA DEL GIROTONNO CHE HA INIZIO DOMANI 30 MAGGIO 2014. TUTTO BENE.MA VEDERE TRA I MAIN SPONSOR LA PORTOVESME SRL E’ PROPRIO UN PUGNO IN
UN OCCHIO
Come
non gioire per una manifestazione così bella e completa come il Girotonno, che
anche quest’anno nella sua undicesima edizione per quattro giorni (dal 30
maggio al 2 giugno 2014) registrerà nell’incantevole Carloforte sulla
meravigliosa isola di S.Pietro incontri unici internazionali legati alle
tradizioni culturali, artistiche ed enogastronomiche, convegni e dibattiti, musica
e spettacoli per celebrare l’antica tradizione e la cultura del tonno,
storicamente legata al territorio del Sulcis-Iglesiente.
Per
un territorio così stremato dalla disoccupazione a causa della crisi di un
modello industriale imposto e sbagliato, ormai al tramontocon pesanti profondi e diffusi strascichi
sull’ambiente, al limite del disastro anche in termini di morti e gravi
malattie tumorali, la manifestazione del Girotonno è motivo di speranza, rilanciodel turismo per un nuovo sviluppo e
dell’occupazione.
MA
VEDERE TRA I MAIN SPONSOR LA PORTOVESME SRL E’ PROPRIO UN PUGNO IN UN OCCHIO O,
SE VOLETE, RESTANDO NEL TEMA ENOGASTRONOMICO, UN FORTE PUGNO NELLO STOMACO.
I
Carlofortini sanno bene quanto la loro fortuna dipenda dall’ambiente e
soprattutto dall’aria e dal mare pulito su cui devono impedire con ogni mezzo
che vengano rovesciate tonnellate di rifiuti industriali, di cui la Portovesme
srl è in gran parteresponsabile.
CAGLIARI, 29/05/2014
Il Segretario Generale della CSS
Dr Giacomo Meloni
Prof. Gianmario Demuro
Assessore degli Affari
Generali, Personale e Riforma della Regione
Prof. Raffaele Paci
Assessore della
Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio
Dott. Cristiano Erriu
Assessore degli Enti Locali,
Finanze e Urbanistica
Prof. ssa Donatella Emma Ignazia Spano
Assessore della Difesa
dell'Ambiente
Dott. Elisabetta Giuseppina Falchi
Assessore dell'Agricoltura e
Riforma Agro-Pastorale
Prof. Francesco Morandi
Assessore del Turismo,
Artigianato e Commercio
Dott. Paolo Giovanni Maninchedda
Assessore dei Lavori Pubblici
Dott.ssa Maria Grazia Piras
Assessore dell'Industria
Dott.ssa Virginia Mura
Assessore del Lavoro,
Formazione Professionale, Cooperazione e Sicurezza Sociale
Dott.ssa Claudia Firino
Assessore della Pubblica
Istruzione, Beni Culturali, Informazione, Spettacolo e Sport
Dott. Luigi Benedetto Arru
Assessore dell'Igiene e
Sanità e dell'Ass. Sociale
Prof. Massimo Deiana
Assessore dei Trasporti
La Confederazione Sindacale Sarda – CSS nel salutarvi
cordialmente nel vostro ruolo di Assessori Reg.li Vi augura un buon lavoro a
favore dei sardi e della Sardegna, che aspettano da voi impegni concreti per la
risoluzione dei gravi ed urgenti problemi, primo tra i quali il lavoro.
Occorre progettare un nuovo modello di sviluppo
ecocompatibile per la Sardegna che promuova ricchezza e benessere per i sardi
che, forti delle loro radici identitarie, devono sapersi confrontare con
l’Europa e col Mondo.
Cagliari, 26.03.2014 Il Segretario Generale della CSS - Dr Giacomo Meloni
AGLI ORGANI DI STAMPA ED I MEDIA
CAGLIARI, 28/03/2014
La
Confederazione Sindacale
Sarda e la CSS Territoriale
di Sassari, denunciano l’ulteriore atto di spoliazione del patrimonio del
sistema Banco di Sardegna, Banca di Sassari, Sardaleasing allaBPER con il trasferimento della Divisione
Consumer, il servizio delle carte di credito che renderanno i correntisti sardi
schiavi di oneri ed operatori definitivamente esterni alla Sardegna.Recenti attribuzioni di gestione di servizi
in patrimoni immobiliari acquisiti dai fallimenti aziendali a operatori esterni
alla Sardegna, non confermano quel volano che la banca ha sempre garantito con
equilibrio nell’attribuire alle aziende sarde specializzate, la gestione di
servizi ricadenti nel territorio sardo, soprattutto in periodi di profonda
crisi come quella che stiamo vivendo. La evidente dismissione di interessie di patrimoni, rappresentano veramente
l’ultimo atto di una pesante desertificazione di quella che dalla istituzione è
stato il terreno operativo del sistema Banco di Sardegna, Istituto di Credito
Pubblico privatizzo in nome della razionalizzazione finanziaria europea e
mondiale. I risultati sono sotto gli occhi di tutti ed in particolar modo la
sudditanza alla grande finanza speculativa mondiale e continentale.La Confederazione Sindacale
Sarda fa appello dunque alla Presidenza della Fondazione del Banco di Sardegna,
affinché vigili ed agisca nell’interesse del popolo sardo e della suaautonomia imprenditoriale e finanziaria, ma
soprattutto colga l’occasione della verifica della BCE nella sede centrale
della BPER per ottenere i crediti delle precedenti cessioni di quote del più
importante sistema bancario sardo o la restituzione della titolarità dei
pacchetti azionari. E dei patrimoni obbligazionari.
Chiedendo un incontro conil Presidente della giunta Regionale che non
può ignorare questo ultimo atto di spoliazione finanziaria della Sardegna e con
laPresidenza della
Fondazione, la CSS
è convinta di invertire una spirale che comprime il credito della Sardegna in
un meccanismo condizionante per qualsiasi possibile politica di sviluppo
economico e sociale.
Per il Coordinamento
Territoriale CSS
di Sassari – Dr. Vincenzo Monaco
Il
Segretario Generale della Confederazione Sindacale Sarda - Dr Giacomo Meloni
Pro su traballuactivu
La Confederazione Sindacale
Sarda si avvia sulcammino della nuova economia e del lavoro nuovo.
Agli amici disoccupati, precari
ed ai lavoratori della Sardegna
l'evolversi
dei fatti politici, sindacali e sociali in Sardegna in questo momento elettorale,
distrae da una sensibile attenzione sul vero problema che riguarda la
maggioranza del popolo sardo. Il LAVORO.
Il Segretario generale della CSS Giacomo
Meloni ci ha sempre invitato a collaborare per la realizzazione di un convegno
sul lavoro e sulla qualità del lavoro necessaria per la Sardegna, e questo invito
non cade nel
vuoto. Alla fine
del Cammino sul lavoro (Caminu pro su traballuactivu),un Convegno apporterà un contributo di
analisi importante e la sintesi delle proposte che i lavoratori e non avranno
affidato ai Comitati territoriali per il Lavoro ed al coordinamento Sardo per
il Lavoro.
Si ritiene pertanto fondamentale
per il nostro sindacato, incontrare i lavoratori nelle loro realtà di vita e
cercare di capire dialogando con loro, problematiche reali e ipotesi di
soluzione che la loro e la nostraesperienza può mettere a disposizione
di tutti.
Diventa a questo punto ed in
questo momento storico e politico, fondamentale da parte nostra, promuovere un
calendario di momenti di incontri per percorrere con i lavoratori, pochi o
molti che siano, un percorso di analisi collettiva e di ricerca di proposte che
la classe politica e sindacale dovrà tenere nella giusta considerazione.
Anche i pensionati che al lavoro
hanno dedicato una vita, non possono sentirsi indifferenti e non partecipativi
verso il grave problemadella eccessiva disoccupazione e diffusa desertificazione
produttiva che coinvolge in maniera così pesante la Sardegna.
I candidati della politica devonoprestare la
massima attenzione ai problemi del lavoro rispetto alle politiche delle
alleanze, così come e statochiaro il
nostro invito rivoltoin diverse
occasioni alle forze indipendentiste e sovraniste incontrate.
Proporre un calendario di
presenza nelle diverse piazze della Sardegna per confrontarsi con chi ha a
cuore la vitalità del lavoro che verrà e che, è nostro compito,
e saràsostenuto secondo la nostra visione di Sindacato
Sardo dall’impegno volontario degli iscritti e dei simpatizzanti sindacali.
Il Comitato Promotore
Coordinamento
territoriale de Tatari
Della Confederazione Sindacale Sarda
BainzuPireddaGiuseppe Raimundu
PisanuVincent Carl Monaco Claudio Deligios
Sergio GambellaAlessandra Ruggiu
On. Claudia
Lombardo
Presidente del Consiglio Regionale della Sardegna
On.Pietrino
Fois
Presidente III Commissione-Bilancio
On.li Capo
Gruppo e Consiglieri
del Consiglio Reg.ledella Sardegna
Spiace prendere atto che allo
scadere di questa legislatura non sia stata presa in considerazione la proposta
di riconoscimento della maggiore rappresentatività della Confederazione
Sindacale Sarda - CSS, proposta (che si allega in copia) più volte presentata
ed illustrata alle SSLL ogni anno all'inizio della discussione della Legge
Finanziaria.
La
delusione è ancor più grande in quanto la maggior parte dei componenti la III
Commissione Bilancio si erano espressi favorevolmente sulla suddetta proposta,
impegnandosi a presentarla insieme alla Finanziaria 2013.
La
Finanziaria è ora in fase di approvazione, basterebbe confermare l'impegno a
suo tempo assunto e dare alla Sardegna ed ai Sardi uno strumento in più di
democrazia e di rappresentanza dei lavoratori come ha dimostrato di essere la
CSS in tutti questi 29 anni di attività sindacale e di collaborazione attiva ed
intelligente alle Istituzioni ed in primo luogo alla Presidenza ed al Consiglio
Regionale della Sardegna.
Certi
di una vostra attenzione speciale e di un favorevole risultato che solo voi
potete assicurare,
porgiamo
cordiali saluti.
Cagliari,
28/01/20Il Segretario Generale della CSS Dr.
Giacomo Meloni
In
allegato nostra proposta del 11/04/2013
IN
ONORE DI IGOR
Carissime compagne e compagni del
Sindacato LAB,
avremmo voluto essere insieme a voi per commemorare solennemente il
compagno IGOR URRUTIKOETXEA BILBAO a cui abbiamo voluto bene come un vero amico
e fratello. Egli è stato per noi della Confederazione Sindacale Sarda - CSS un
punto di riferimento internazionale solido ed indispensabile per l’impegno
comune nella lotta sociale e nazionale dei nostri popoli. La sua presenza costante
ai nostri Congressi Nazionali in Sardegna ed il coordinamento intelligente ed
attento della PSNSE conferma questo legame forte che IGOR aveva con noi
tutti.Esprimiamo vicinanza affettuosa
alla sua compagna e ai parenti di IGOR e a tutti i militanti del LAB, in
particolare alla Segretaria Generale Ainhoa Etxaide a cui rinnoviamo tutta la
nostra stima e collaborazione.
Oggi è il giorno del dolore ma anche del
ringraziamento per aver conosciuto e lavorato insieme ad un compagno e amico
fraterno che non dimenticheremo mai.
Muterai
i patimenti in gioia,
ti salverai dalla burrasca,
privo di ricchezze.
In un terribile viaggio,
attraverserai il mare,
e venti diversi
si uniranno per farti la guerra.
Chi è libero
niente lo fa prigioniero,
come un uccello
continuerai a volare,
E se urterai contro uno scoglio,
spiegherai le vele
sicuro di trovare il porto.
( poetessa Anna Maria Cherchi
11 gennaio 2014 )
Non potendoessere presenti alla commemorazione di oggi 18 gennaio 2014, abbiamo
affidato a Janluc Morucci l’intervento a nome della Piattaforma dei Sindacati
delle Nazioni Senza Stato per sottolineare l’importanza del ruolo e
dell’impegno di IGOR a livello internazionale che occorre continuare con lo
stesso slancio generoso e intelligente passione.
Cagliari, 18 gennaio 20
Il
Segretario Generale della CSS Dr Giacomo Meloni
Auguri in campidanese - Auguri in logudorese - Auguri in Limba sarda unificada - Auguri in italiano
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Auguri in campidanese
"Ocannu sa Cunfederatzioni Sindacali Sarda si fait un¹augúriu ispeciali de saludi e de bona fortuna.
Auguraus a totus is Sardus chi si nd¹istudint totus is fumajolus chi prenant is àiris de
velenus e chi is messajus e pastoris torrint meris de is terras po trabballai e prodúsiri
in is maneras prus modernas, comenti funti fendi in totu su mundu de oi, ponendi e manigendi is
capitalis in agricultura, pastoriu, indústria alimentari e turismu.
Auguraus postus nous de trabballu in custu isvilupu cun is arréxinis me in sa terra e su logu
nostru ispantosamenti bellu.
Augúrius in sa língua nostra, po chi si fuedhit in sa libbertadi e si imparit me is iscolas,
universidadis e crésias, me is comunus e in su cuntzillu regionali.
A fai Paschixedha e Annunou tot¹is annus cun saludi e cun prexu!"
Auguri in logudorese
Oc’annu sa Cunfederatzione Sindacale Salda bos faghet un’auguriu
ispeciale chi tenzedas salude, trigu e felicidade.
A tottu sos saldos auguramus chi che siant ghettadas a terra
sas turres de sas fabbricas chi fuliant fumos de velenos
in sas arias.
Sos pastores si-che leent sos terrinos issoro po los coltivare e produrrere in sas maneras pius modernas comente
faghent in tottu su mundu investinde in sos settores de sos
massajos, de sos pastores e turisticos.
Auguramus chi bi siant pius postos de tribagliu ligados a custu
isviluppu nou chi pertocchet sa terra nostra e s’ambiente
galu galanu meda che amus.
Auguramus chi sa limba nostra nadia si faeddet in libeltade
e s’imparet in tottu sas iscolas: dae cussas de sos pitzinnos
a s’universidade; si podat impreare in creggia, in sos Comunes,
in su Cossizzu regionale.
Augurios a tottus. Bona Pasca de Nadale. Bon’annu e Felicidade.
Auguri in Limba sarda unificada
Cust’annu sa Cunfederatzione Sindicale Sarda bos faghet un’auguriu
ispetziale pro chi tenezes salude, trigu e felitzidade.
A tottu sos sardos auguramus chi siant derruttas sas turres
de sas fabbricas chi ghettant fumos murros in sas agheras.
Sos pastores si-che leent sos terrinos issoro pro los coltivare
e produire in sas maneras prus modernas comente faghent in tottu
su mundu investinde in sos settores de sos massazos, de sos
pastores e turisticos.
Auguramus chi bi siant prus postos de traballu ligados a custu
isviluppu nou chi pertocchet sa terra nostra e s’ambiente galu
galanu meda che amus.
Auguramus chi sa limba nostra nadia s’alleghet in libertade e
s’imparet in tottu sas iscolas: dae cussas de sos minores a
s’universidade; si podat impreare in cresia, in sos Comunes,
in su Cossizzu rezionale.
Augurios a tottus. Bona Pasca de Nadale. Bon’annu e Felitzidade.
Auguri in italiano
Quest'anno la Confederaizone Sindacale Sarda vi rivolge un augurio
speciale di salute benessere e felicità. Auguriamo a tutti i sardi
che siano finalmente spente le ciminiere che sprigionano veleno nella
atmosfera in modo che contadini e pastori si possano riapropriare delle
loro terre per coltivare e produrre con i metodi più moderni cosi come
avviane in tutto il mondo moderno, investendo nei settori
agro-pastorale-alimentare e turistico.
Auguriamo nuovi posti di lavoro legati a questo nuovo sviluppo radicato
nella nostra terra e nel nostro meraviglioso ambiente.
Auguri nella nostra lingua perchè si parli liberamente e si insegni il
sardo nelle scuole e Università nelle chiese, nei comuni
e nel Consiglio Regionale.
Auguri a tutti. Buon Natale, buon anno e felicità
«Cari fratelli e sorelle, vi saluto tutti cordialmente: lavoratori,
imprenditori, autorità, famiglie presenti, in particolare l’Arcivescovo di
Cagliari, Mons. Arrigo Miglio, e i tre di voi che hanno manifestato i vostri
problemi, le vostre attese, le vostre speranze. Questa mia Visita - come
dicevate - inizia proprio con voi, che formate il mondo del lavoro. Con questo
incontro desidero soprattutto esprimervi la mia vicinanza, specialmente alle
situazioni di sofferenza: a tanti giovani disoccupati, alle persone in
cassa-integrazione o precarie, agli imprenditori e commercianti che fanno
fatica ad andare avanti. È una realtà che conosco bene per l’esperienza avuta
in Argentina. Per questo vi dico: ¡coraggio! Dobbiamo affrontare con
solidarietà e intelligenza questa sfida storica».
«Vorrei condividere con voi tre punti semplici ma decisivi. Il primo:
rimettere al centro la persona e il lavoro. La crisi economica ha una
dimensione europea e globale; ma la crisi non è solo economica, è anche etica,
spirituale e umana. Alla radice c’è un tradimento del bene comune, sia da parte
di singoli che di gruppi di potere. È necessario quindi togliere centralità
alla legge del profitto e della rendita e ricollocare al centro la persona e il
bene comune. E un fattore molto importante per la dignità della persona è
proprio il lavoro; perché ci sia un’autentica promozione della persona va
garantito il lavoro. Questo è un compito che appartiene alla società intera,
per questo va riconosciuto un grande merito a quegli imprenditori che,
nonostante tutto, non hanno smesso di impegnarsi, di investire e di rischiare
per garantire occupazione. La cultura del lavoro, in confronto a quella
dell’assistenzialismo, implica educazione al lavoro fin da giovani,
accompagnamento al lavoro, dignità per ogni attività lavorativa, condivisione
del lavoro, eliminazione di ogni lavoro nero. In questa fase, tutta la società,
in tutte le sue componenti, faccia ogni sforzo possibile perché il lavoro, che
è sorgente di dignità, sia preoccupazione centrale! La vostra condizione
insulare poi rende ancora più urgente questo impegno da parte di tutti,
soprattutto delle istanze politiche ed economiche».
«Secondo elemento: il Vangelo della speranza. La Sardegna è una terra
benedetta da Dio con tante risorse umane e ambientali, ma come nel resto
dell’Italia serve nuovo slancio per ripartire. E i cristiani possono e debbono
fare la loro parte, portando il loro contributo specifico: la visione
evangelica della vita. Ricordo le parole del Papa Benedetto XVI nella sua
visita a Cagliari del 2008: occorre »evangelizzare il mondo del lavoro,
dell’economia, della politica, che necessita di una nuova generazione di laici
cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni
di sviluppo sostenibile« (Omelia, 7 settembre 2008). I Vescovi della Sardegna
sono particolarmente sensibili a queste realtà, specialmente a quella del
lavoro. Voi, cari Vescovi, indicate la necessità di un discernimento serio,
realistico, ma orientate anche verso un cammino di speranza, come avete scritto
nel Messaggio in preparazione a questa Visita. Questo è importante, questa è la
risposta giusta! Guardare in faccia la realtà, conoscerla bene, capirla, e
cercare insieme delle strade, con il metodo della collaborazione e del dialogo,
vivendo la vicinanza per portare speranza. Mai offuscare la speranza! Non
confonderla con l’ ottimismo - che dice semplicemente un atteggiamento
psicologico - o con altre cose. La speranza è creativa, è capace di creare
futuro».
«Cari amici, vi sono particolarmente vicino, mettendo nelle mani del Signore
e di Nostra Signora di Bonaria tutte le vostre ansie e preoccupazioni. Il Beato
Giovanni Paolo II sottolineava che Gesù «ha lavorato con le proprie mani. Anzi,
il suo lavoro, che è stato un vero lavoro fisico, ha occupato la maggior parte
della sua vita su questa terra, ed è così entrato nell’opera della redenzione
dell’uomo e del mondo» (Discorso ai lavoratori, Terni, 19 marzo 1981). È
importante dedicarsi al proprio lavoro con assiduità, dedizione e competenza, è
importante avere l’abitudine al lavoro. Auspico che, nella logica della
gratuità e della solidarietà, si possa uscire insieme da questa fase negativa,
affinché sia assicurato un lavoro sicuro, dignitoso e stabile. Portate il mio
saluto alle vostre famiglie, ai bambini, ai giovani, agli anziani. Anch’io vi
porto con me, specialmente nella mia preghiera. E imparto di cuore la
Benedizione su di voi, sul vostro lavoro e sul vostro impegno sociale».
«Terzo: un lavoro dignitoso per tutti. Una società aperta alla speranza non
si chiude in se stessa, nella difesa degli interessi di pochi, ma guarda avanti
nella prospettiva del bene comune. E ciò richiede da parte di tutti un forte
senso di responsabilità. Non c’è speranza sociale senza un lavoro dignitoso per
tutti. Per questo occorre »perseguire quale priorità l’obiettivo dell’accesso
al lavoro o del suo mantenimento per tutti« (Benedetto XVI, Enc. Caritas in
veritate, 32)».
«Ho detto lavoro “dignitoso”, e lo sottolineo, perché purtroppo,
specialmente quando c’è crisi e il bisogno è forte, aumenta il lavoro disumano,
il lavoro-schiavo, il lavoro senza la giusta sicurezza, oppure senza il
rispetto del creato, o senza rispetto del riposo, della festa e della famiglia,
il lavorare di domenica quando non è necessario. Il lavoro dev’essere coniugato
con la custodia del creato, perché questo venga preservato con responsabilità
per le generazioni future. Il creato non è merce da sfruttare, ma dono da
custodire. L’impegno ecologico stesso è occasione di nuova occupazione nei
settori ad esso collegati, come l’energia, la prevenzione e l’abbattimento
delle diverse forme di inquinamento, la vigilanza sugli incendi del patrimonio
boschivo, e così via. Custodire il creato, custodire l’uomo con un lavoro dignitoso
sia impegno di tutti!
Ecologia… e anche ’ecologia umanà!».